Andy Grove, Presidente e CEO Intel, colpito dal morbo di Parkinson promosse lo sviluppo e la ricerca di un dispositivo di ascolto automatico volto a rilevare i primi segni di Parkinson, semplicemente analizzando la struttura vocale umana. Importante fu il suo contributo alla medicina al fine di effettuare controlli con altissima precisione attraverso il telefono. I ricercatori coinvolti della Intel crearono un importante raccolta di dati che non sapevano come impiegare, ma un incontro portò alla creazione di un algoritmo utile a sviluppare un sistema molto rilevante per prevedere il morbo di Parkinson.

Autore: Prof. Luca Pani, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia (pagina personale)

Il nome di Andy Grove – nato a Budapest nel 1936 da una famiglia ebrea della classe media e scomparso nel 2016 (sei mesi prima dei suoi 80 anni) a Los Altos in California – dovrebbe dire molto a chi si occupa non solo di computer, ma anche di Medicina. 

Quando aveva otto anni, i nazisti occuparono l’Ungheria e deportarono quasi 500.000 ebrei nei campi di concentramento. Per 12 anni Andy e la sua famiglia cercano di scampare alla persecuzione, finché nel 1956, durante la rivoluzione ungherese, lasciò casa e famiglia e scappò oltre il confine per arrivare in Austria. Povero in canna e a malapena in grado di parlare inglese, riuscì comunque a sbarcare negli Stati Uniti, dove conseguì una laurea in Ingegneria Chimica al City College di New York nel 1960, prima di completare un dottorato di ricerca alla University of California di Berkeley (entrambe istituzioni di ottimo livello dove l’educazione è gratuita per gli studenti meritevoli). Poco dopo la laurea, Andy fu uno dei primi assunti da un’azienda – allora molto piccola – che nel suo primo anno di vita avrebbe fatturato meno di 3.000 dollari. Trent’anni più tardi il dottor Grove sarebbe diventato Presidente e CEO di quella stessa azienda dal fatturato di 21 miliardi di dollari che si occupava di Integrated electronics, le due parole da cui prese il nome che la ha resa tanto famosa: Intel®. 

Il contributo alla Medicina di Andy Grove avvenne suo malgrado, quando nel 2000, all’età di 64 anni, gli fu diagnosticato il morbo di Parkinson. 

Col tempo cominciò ad avere problemi ad addormentarsi (uno dei sintomi comuni, ma poco conosciuti del principio di questa malattia) e si sentiva costantemente letargico durante il giorno. Iniziò poi a sentire tremore a una mano e trovò sempre più difficile stare in piedi e camminare, perché tutto sembrava muoversi al rallentatore. Mentre le sue condizioni peggioravano e iniziava ad accettare che non ci fosse una cura per la sua malattia, Andy investì parte del suo denaro nella creazione di un team di ricerca Intel che registrò oltre 7.000 dialoghi di un trial clinico sul Morbo di Parkinson. I campioni erano un misto di voci di persone con Parkinson e voci di persone sane. L’idea era quella di costruire un dispositivo di ascolto automatizzato in grado di rilevare i primi segni di Parkinson, semplicemente ascoltando le variazioni della struttura vocale umana. Il guaio era che i ricercatori della Intel non avevano idea di cosa fare con tutti quei dati una volta che li avevano raccolti. 

Un problema comune ancora oggi nel mondo dei cosiddetti Big Data.

Nello stesso periodo Max Little – matematico e sviluppatore di software di Birmingham – si trovava a Oxford per un dottorato di ricerca sull’analisi clinica della voce. L’incontro casuale con un ricercatore della Intel Corporation cambiò tutto. Max accettò di dare un’occhiata ai dati e nell’arco di 6 mesi sviluppò un algoritmo in grado di prevedere il morbo di Parkinson dalle registrazioni vocali con un’accuratezza dell’86%. 

Più tardi il Dottor Little condusse una prova molto più ampia che coinvolse 17.000 partecipanti, ovvero il più grande trial vocale del Parkinson fino ad oggi. L’ipotesi era verificare se fosse possibile ottenere dati sufficienti attraverso il telefono per replicare le ricerche precedenti. Il risultato fu straordinario. Nei test di laboratorio, i ricercatori furono in grado di separare gli individui affetti da Parkinson dai controlli con un’altissima precisione (quasi il 99%) solo dalle registrazioni vocali raccolte per telefono. 

Nonostante questi successi, Max Little, però, è scettico sulla reale utilità pratica dell’Intelligenza artificiale, perché ritiene che questi impressionanti progressi saranno applicabili solo a problemi semplici, dove le condizioni possono essere controllate con molta attenzione. Il che, nel mondo reale e disordinato della medicina pratica applicata alla complessità della biologia e della vita umana, non è vero.

Per approfondimenti: A 30 Second Phone Call That Can Predict Parkinson’s

Intel e Parkinson
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